L'antica tradizione della Femenate
È la vigilia dell’Epifania e fa molto freddo.
Stai camminando lungo una delle salite che collegano Paularo con le sue borgate. La strada è ripida e stai molto attento/a nel non scivolare, quella mattina ha nevicato abbondantemente.
Ti fermi un attimo e ciò che vedi ti lascia a bocca aperta: delle fiamme altissime si alzano al cielo, una folla contempla lo spettacolo.
Tutt’intorno al rogo echeggia una canzone.
Buine sere parunzine
Nus daiso la farine, la farine das lausignes? Veso mazzât il temporâl?
S’a no lu vês mazzât lu mazzarês.
Dainus coince e luanies, plus ca podês
Buonasera padroncina,
Ci date la farina, la farina delle faville?
Avete ammazzato il maiale?
Se non lo avete ammazzato, lo ammazzerete, Dateci grasso e salsicce più che potete.
Stai assistendo all’antica tradizione della Femenate, uno degli spettacoli più suggestivi della Val d’Incarojo.
Cos'è la Femenate?
Originariamente diretta a rifondare il ciclo dell’anno, la Femenate potrebbe essere intesa come la festa di capodanno di Paularo, in quanto segna l’inizio di una nuova stagione agricola sulla base esclusiva dell’ecosistema locale.
Se analizzato, il significato del termine racchiude la natura del rito. “Femenate” significa, infatti, “donnaccia”: a bruciare, metaforicamente, è una donna. Perché? In quanto concepita anticamente come essere lunare, solo una figura femminile avrebbe reso possibile la creazione di un ponte con le forze segrete della fertilità naturale.
La struttura consiste in una impalcatura in legno a forma di rombo, rivestita con canne di granturco, fieno e materiali di scarto vegetali.

Può arrivare anche a 20 metri d’altezza. O almeno così si dice, le dispute su chi abbia bruciato la Femenate più alta sono diventate parte integrante della festa!
Le “Femenates” delle varie frazioni di Paularo vengono bruciate in sequenza, dalle 18:00 alle 20:00 del 5 gennaio.

Occhio alle "lausignes"
Mentre un gruppo di suonatori esegue villotte con fisarmoniche e strumenti a fiato, tutti sono ben attenti nell’osservare la direzione che prendono “las lausignes”, le faville che si levano dal grande fuoco propiziatorio.
Infatti, così facendo è possibile prevedere se il nuovo anno sarà positivo o negativo:
Quant che las lausignes as van a levant,
anade ‘bondant.
Quant ca las lausignes as van a tramont, cjape su il sac e va pal mont.
Quando le faville vanno a levante,
si prevede un’annata abbondante.
Quando le faville vanno a ponente,
Prendi il sacco e parti per il mondo!