Ponte di Paularo.

Il “puint di fier”

Porta d’ingresso del paese, il “puint di fier” (ponte di ferro) custodisce una storia che vale la pena approfondire.

Prima dell’Ottocento, la strada che portava a Paularo era impervia e ricca di punti pericolosi, come gli instabili sentieri inerpicati sopra le rapide del Chiarsò.

Solo nel 1856 cominciarono i lavori per la costruzione della tratta Piedim-Paularo; un ponte in ferro, completato nel 1894, doveva rappresentare l’ultimo tassello del progetto.

La sua storia è estremamente tormentata.

Durante i primi collaudi il ponte crollò, portandosi via la vita del suo ingegnere, Francesco Venier. Egli, sicuro del suo operato, si era posto a sedere tra la testata e la massicciata del ponte, ma non aveva previsto la negligenza dei suoi colleghi.

Il ponte venne ricostruito nel 1898 e vi fu apposto lo stemma in ghisa del comune; tinteggiato nel 1912 non ebbe vita lunga: nel 1917, nel marasma causato dalla disfatta di Caporetto, fu fatto saltare dai soldati italiani.

Venne ricostruito, di nuovo, nel 1922, ma la sorte non cambiò: venne fatto saltare dai partigiani locali nel 1944 per bloccare il passaggio delle truppe tedesche.

L’attuale ponte, costruito nel 1950 grazie anche all’aiuto della popolazione, soprattutto femminile. Viene ancora chiamato “Puint di Fier”, in ricordo di quella storica struttura che pose idealmente fine a secoli di relativo isolamento.

Le informazioni sono tratte da “Puint di Fier – una storia tormentata” di Stefano Fabiani.